Solo 20 minuti a piedi dividono Opera Boutique B&B dalla Galleria degli Uffizi.
La Galleria nel 2019 ha attirato quasi 4.400.000 milioni di visitatori (+ 6,1% rispetto al 2018).
Questi numeri sottolineano ancora una volta il grande successo di un uno dei musei più amati e visitati di tutto il mondo per le sue straordinarie collezioni di dipinti e di statue antiche.
L’edificio, commissionato da Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, fu concepito per ospitare gli “uffizi”, ovvero gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze.
Cosimo ne affidò l’impresa al suo artista di fiducia, il pittore e architetto aretino Giorgio Vasari.
Vasari progettò un edificio con portico a colonne doriche dall’aspetto elegante e severo al tempo stesso, fondato “in sul fiume e quasi in aria”.
La costruzione a partire dal 1560 dell’edificio delle Magistrature, originaria denominazione del complesso, comportò la demolizioni e il risanamento del rione di Baldracca.
In questo quartiere sorgeva l’omonima taverna in cui gli avventori vi avrebbero potuto trovare determinati servigi offerti appunto dalle baldracche, ovvero da meretrici.
Gli sventramenti di questo malfamato rione pieno di osterie e bordelli risparmiarono però l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio.
La chiesa era la sede delle assemblee del libero Comune prima della costruzione del Palazzo della Signoria.
L’edificio sacro, inglobato nella fabbrica vasariana, conservò la destinazione al culto fino al ‘700.
Vasari risolse brillantemente anche i problemi imposti dallo spazio limitato adottando soluzioni di grande impatto scenografico.
La serliana sull’Arno, elemento architettonico composto dal grande arco centrale e dalle due aperture contigue, andava così a inquadrare il piazzale porticato.
Diventando di fatto il nuovo foro economico e politico oltre all’antico spazio civico per eccellenza, Piazza della Signoria.
La Galleria degli Uffizi, come la ammiriamo oggi, è ricca di raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento e contiene alcuni capolavori assoluti dell’arte di tutti i tempi.
Basta ricordare, tra gli altri, l’Adorazione di Magi di Gentile da Fabriano, la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, la Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna, la Maestà di S. Trìnita del Cimabue, la giottesca Madonna d’Ognissanti, i Ritratti dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca.
Inoltre il Trittico Portinari di Hugo van der Goes, la Primavera e la Venere di Botticelli , l’Adorazione dei Magi di Leonardo, il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Venere d’Urbino di Tiziano, il Bacco del Caravaggio.
Facendo un ulteriore salto indietro, nel marzo del 1565, in occasione delle nozze di Francesco I e Giovanna d’Austria, Giorgio Vasari fece costruire un corridoio, chiamato poi appunto Corridoio Vasariano.
Il corridoio aveva la funzione di collegamento tra gli uffici dei Medici nell’attuale Galleria e il maestoso Palazzo Pitti, allora residenza della stessa famiglia.
Il corridoio fu reso ancor più unico, arricchendone le pareti con opere di Guido Reni, dei Carracci, di Artemisia Gentileschi.
La presenza di importanti raccolte di pittori tedeschi, olandesi e fiamminghi, tra cui Dürer, Rembrandt, Rubens, Van Dyck, Velázquez, e la famosa collezione degli autoritratti degli artisti valorizza ancor più questo luogo già incantevole.
Una struttura di innovativa natura architettonica che appare come un ambiente di passaggio “sospeso”. Il corridoio, lungo un chilometro, attraversa l’Arno sul Ponte Vecchio, stupendo l’occhio del visitatore per la scenografica vista del fiume.
Poi, entrando nell’odierna via Guicciardini, taglia i palazzi per affacciarsi su Santa Felicita da cui si scorge l’interno della Chiesa stessa, proprio come lo vedevano i Medici.
Da qui assistevano infatti alle varie attività che vi si tenevano, grazie a una parete con una finestra che ancora oggi si affaccia su quello che un tempo era il palco privato della famiglia.
Si deve a Francesco I, Granduca dal 1574 al 1587, il primo allestimento museografico della Galleria degli Uffizi posta all’ultimo piano del complesso.
Il braccio di levante della loggia ospitava una serie di statue antiche e busti. Lungo il corridoio si apriva infine la Tribuna, ambiente ottagonale progettato dal Buontalenti, destinato ad accogliere i tesori delle raccolte medicee.
Nel 1737, la morte senza eredi del Granduca Gian Gastone sancì il tramonto del principato mediceo.
Il consesso delle potenze europee aveva disposto con gli accordi preliminari di Vienna del 1735 la cessione del Granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, consorte dell’erede al trono imperiale, Maria Teresa d’Asburgo.
Con la Convenzione del 1737 Anna Maria, sorella di Gian Gastone, legava le collezioni d’arte medicee alla città di Firenze decretandone l’inalienabilità.
Il successore di Francesco Stefano, il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, aprì nel 1769 la Galleria al pubblico ed affidò a Zanobi del Rosso l’allestimento del nuovo ingresso al Museum Mediceum.
Tra il 1842 e il 1856, Leopoldo II ordinò la realizzazione di 28 statue per le nicchie dei pilastri sul piazzale, raffiguranti personaggi toscani illustri dal Medioevo all’Ottocento.
Con il Regno d’Italia e il trasferimento delle statue rinascimentali nel nuovo Museo nazionale del Bargello, la Galleria assunse progressivamente la funzione di pinacoteca.
Risale al 1956 il nuovo allestimento delle prime sale della Galleria, ad opera degli architetti Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa e Ignazio Gardella.
Il 17 dicembre 2011 è stata poi inaugurata la nuova scala di ponente, progettata da Adolfo Natalini, che consente il collegamento del piano storico della Galleria degli Uffizi ai nuovi ambienti del primo piano.